Fast Fashion: Consigli e Alternative eco-sostenibili

di Giorgia Tizzoni 1 visite

Negli scorsi articoli ti ho già parlato del fenomeno della Fast Fashion e, come avrai intuito, si tratta di un problema di dimensioni colossali che pesa come un macigno sull’attuale situazione climatica. Esistono però delle soluzioni per iniziare a non foraggiare più questo sistema consumistico e voglio parlartene proprio nell’articolo di oggi.

Prima di proseguire però, nel caso non tu l’abbia ancora fatto, ti invito a leggere “Fast Fashion: cosa è [e cosa si nasconde dietro la tua T-shirt]” per poter avere una visione chiara di ciò che gravita intorno al Pronto moda e capire quanto è importante per il pianeta e per tutti noi cominciare a cambiare la mentalità con cui ci approcciamo allo shopping.

Fast Fashion: di cosa si tratta?

Prima di passare a parlare di alternative sostenibili, credo sia giusto ricordarti brevemente cosa si intenda per Fast Fashion.

Fast Fashion significa letteralmente “Moda Veloce” ed è un modello di business molto redditizio tipico di Aziende della Moda quali ZARA, H&M, Uniqlo, Mango, Promod e Top Shop (solo per citarne alcune).

I marchi di Fast Fashion immettono sul mercato piccole collezioni di capi prodotti in serie, senza soluzione di continuità e con tempistiche ridotte. Il basso costo di produzione e vendita unito ad una distribuzione capillare basata sul cosiddetto Mass Market concludono il quadro allarmante, dal grande impatto ambientale e caratterizzato da un consumismo estremo.

Qualche consiglio contro la Fast Fashion

1] Rallenta

Come abbiamo visto nel paragrafo precedente, la Fast Fashion basa il suo successo sulla velocità:

-] capsule collections nuove ogni 15 giorni,

-] designer che copiano ogni singolo capo dalle passerelle degli stilisti più famosi,

-] continuo lancio di nuovi trend,

-] produzione incessante con conseguente sfruttamento dei lavoratori.

Il mio primo consiglio è quindi banalmente di rallentare.

Soprattutto se il tuo mantra è “non ho nulla da mettere”, molto probabilmente non hai bisogno di acquistare l’ennesimo capo ma dovrai cominciare a guardare più attentamente ciò che già possiedi.

Nel 90% dei casi chi sostiene di non aver nulla da indossare lo fa perché ha troppi vestiti e non troppo pochi.

2] Fai Decluttering

Tutto questo potrà sembrarti insensato, ma fare Decluttering sarà un’esperienza liberatoria, in grado di aprirti la mente e cambiare il tuo rapporto con lo shopping.

Decluttering è un termine inglese che significa letteralmente “eliminare, fare spazio” e serve a farti prendere coscienza di ciò che realmente possiedi.

Per farlo bene devi seguire questi pochi ma semplici passaggi:

- Tira fuori tutti i vestiti che possiedi dall’armadio/cassettiera/cabina armadio e sparpagliali su una superficie piana spaziosa. Per questa operazione ti consiglio il letto, il tavolo della cucina o banalmente stendi un lenzuolo a terra e deposita tutto in bella vista.

- Fai un bel respiro e guarda tutto quello che possiedi. Ricordavi di avere così tanta roba? Ricordi ogni singola maglietta che hai sul letto? Se non hai mai fatto Decluttering probabilmente la risposta sarà “NO”.

- Prendi in mano ogni singolo capo e chiediti: da quanto tempo non lo indosso? Mi piace ancora? E’ della mia taglia? Potrei tornare ad indossarlo? Se la risposta è ancora NO, non indossi quel vestito da anni o non ti sta più, mettilo da parte. Al contrario, riponilo nuovamente in armadio. Procedi così con ogni singolo capo.

Arrivato a questo punto dovresti trovarti con una parte di vestiti nuovamente al loro posto e una parte invece impilata sul letto.

I vestiti che hai conservato dovrebbero essere quelli che ami indossare, con cui sei a tuo agio e che ti valorizzano. Sono certa che se dovessi cercare esclusivamente tra questi troveresti subito il giusto abbinamento senza tentennamenti.

E i vestiti messi da parte?

Esamina nuovamente i vestiti messi da parte:

- se sono ancora in buone condizioni ma semplicemente non ti piacciono più puoi venderli, donarli o regalarli.

- se sono vestiti ormai logori e/o macchiati irrimediabilmente puoi portarli in speciali punti di raccolta dove i tessuti verranno rigenerati e riutilizzati per fare nuovi capi a basso impatto ambientale (per saperne di più continua a leggere).

3] Avere le idee chiare

Adesso che hai le idee chiare su cosa c’è davvero nel tuo Armadio e se sei ancora convinta di “non aver nulla da indossare”, puoi stilare una lista dei capi che mancano al tuo guardaroba e acquistare in modo mirato, non più sull’onda dell’impulsività.

Acquistare consapevolmente pochi pezzi, di qualità e possibilmente durevoli nel tempo è infatti il miglior modo per contrastare il fenomeno della Fast Fashion.

4] Dove acquistare

Se, come abbiamo detto, sei arrivata alla conclusione di dover acquistare qualcosa le opzioni per non doversi approvvigionare tramite il circuito della Fast Fashion sono molteplici.

Second Hand

L’opzione più semplice, soprattutto se disponi di budget limitati, è acquistare usato di seconda mano. Per farlo puoi rivolgerti a negozi fisici come quelli del Franchising “Il Mercatino” o negozi di second hand indipendenti.

Se nella tua città non esistono negozi di questa tipologia puoi acquistare usato on-line scaricando sul tuo smartphone applicazioni come Vinted o Depop.

Acquistare usato dona una seconda vita a capi non ancora meritevoli di essere dismessi e aiuta a non impiegare nuove risorse che invece impatterebbero negativamente sull’ambiente.

Produzioni artigianali

Non per tutte le tasche, ma sicuramente degne di essere citate, sono le produzioni sartoriali/artigianali. Solitamente si tratta di capi fatti in tessuti naturali, resistenti, confezionati a mano e con possibilità di personalizzazione.

Purtroppo un singolo capo può arrivare a costare anche un centinaio di euro proprio a fronte di tutto il lavoro che vi si nasconde dietro.

Ti consiglio di scegliere questa tipologia di capi come auto-regalo o per sostituire magari un pezzo in particolare per cui sai che valga la pena spendere qualche euro di più.

Nel caso tu non conosca nessun artigiano ti segnalo due piccole realtà che amo particolarmente: ELB Design e Laurels Apron.

Aziende Italiane

La via di mezzo tra il Second Hand e le realtà Sartoriali/Artigianali sono le piccole Aziende Italiane che si impegnano a produrre i propri capi in modo Etico, rispettando l’ambiente e i propri lavoratori.

Un esempio di questa tipologia di Azienda è sicuramente Rifò Lab, una piccola Azienda Italiana di Prato che si impegna a produrre i propri capi utilizzando filati rigenerati provenienti da scarti dell’industria tessile e da abiti dismessi dai privati.

Nel caso tu abbia bisogno di “buttare” i tuoi vecchi vestiti ti segnalo le lodevoli iniziativi “Re-think your Jeans” e “Raccolta Lana e Cashmere” di Rifò Lab che, in accordo con Naturasì, Muji e Nuvolari, mette a disposizione dei punti di raccolta per indumenti vecchi.

Tutti i Jeans e i Maglioni depositati presso i cassonetti Rifò ti permetteranno di ricevere un buono da 10€ spendibile sull’e-commerce Rifò Lab.

Un’altra realtà degna di nota è sicuramente YUOOL, azienda italo-brasiliana del settore calzaturiero. YUOOL produce scarpe Vegane in cotone biologico, poliestere riciclato da bottiglie e lana museling free (ovvero senza infliggere torture agli animali).

Vengono inoltre realizzate grazie ad una filiera controllata, senza impiego di mano d’opera minorile e da operai (sia italiani che brasiliani) pagati con un giusto salario.

Aziende Europee

Se dopo aver cercato ovunque vicino a te proprio non trovi quello che ti serve, puoi rivolgere la tua attenzione ad Aziende più strutturate, possibilmente Europee, che garantiscano una filiera di produzione etica, controllata e a basso impatto ambientale.

Una di queste è sicuramente Organic Basics, un’azienda Danese di intimo sportivo e abbigliamento casual. All’estero sono presenti alcuni negozi fisici monomarca, in Italia al momento è possibile acquistare solo on-line.

Quindi…

E tu conoscevi qualcuna delle alternative che ti ho suggerito in questo articolo? Fai abitualmente decluttering? Acquisti impulsivamente ciò che capita o selezioni i capi con cura? Se ti va ne parliamo nei commenti. Non dimenticarti inoltre di sostenere il mio lavoro lasciando un like e condividendo il mio articolo sui tuoi social per diffondere consapevolezza!