Il Regno Unito indaga sugli slogan "ecologici" di 3 rivenditori di moda

di Giorgia Tizzoni 1 visite

Secondo un comunicato stampa di venerdì 29 luglio, la Competition and Markets Authority (CMA) del Regno Unito sta avviando un'indagine su tre rivenditori di moda per aver fatto affermazioni ingannevoli sulle loro pratiche di sostenibilità.

I rivenditori di moda ASOS, Boohoo e George at Asda sono finiti sotto osservazione nell'ambito di un'indagine che riguarda i tentativi di greenwashing dell'intero settore, ovvero quando un'organizzazione spende più risorse per presentarsi come rispettosa dell'ambiente che per ridurre al minimo il proprio impatto ambientale.

Secondo il comunicato stampa della CMA, ogni anno i consumatori spendono più di 54 miliardi di sterline (65 miliardi di dollari) nel settore della moda. Un primo esame da parte dell'agenzia "ha individuato preoccupazioni relative a dichiarazioni ecologiche potenzialmente fuorvianti", come il fatto che le aziende commercializzino i loro prodotti come migliori per l'ambiente senza fornire molte prove.

La CMA sta verificando se l'uso di slogan vaghi da parte di ASOS, Boohoo e George - come il "Responsible edit" di ASOS, l'attuale gamma "Ready for the Future" di Boohoo e "George for Good" - possa aver indotto i consumatori a pensare che i prodotti siano più sostenibili dal punto di vista ambientale di quanto non lo siano in realtà. L'agenzia ha rilevato che i prodotti di queste linee possono contenere anche solo il 20% di tessuto riciclato.

Le persone che vogliono "comprare verde" dovrebbero poterlo fare con la certezza di non essere ingannate", ha dichiarato Sarah Cardell, amministratore delegato ad interim della CMA. "I prodotti ecologici e sostenibili possono svolgere un ruolo nella lotta al cambiamento climatico, ma solo se sono autentici. Esamineremo le dichiarazioni ecologiche di ASOS, Boohoo e George at Asda per vedere se sono fondate. Se dovessimo scoprire che queste aziende utilizzano dichiarazioni ecologiche ingannevoli, non esiteremo a intraprendere un'azione di controllo, se necessario anche attraverso i tribunali.

"Questo è solo l'inizio del nostro lavoro in questo settore e tutte le aziende del settore moda dovrebbero prendere nota: esaminate le vostre pratiche e assicuratevi che siano in linea con la legge", ha aggiunto.

A settembre, la CMA ha pubblicato il Codice delle dichiarazioni verdi, con l'obiettivo di aiutare le aziende a capire come comunicare le proprie credenziali verdi senza ingannare gli acquirenti.